FESTE e LAVORI a CASOLATE

LAVORI A CASOLATE

Sono ormai entrati nel vivo i lavori per il rifacimento del tetto della Chiesa di Casolate. Più che un articolo voglio solo documentare alcuni passaggi che al termine dei lavori saranno poi meglio spiegati dall’architetto Giò Gozzi che ha curato la progettazione. Devo dire che ci è andata bene che durante l’inverno non è nevicato altrimenti le travi soprattutto della sagrestia non avrebbero retto: l’immagine è molto eloquente di una trave completamente marcia e caduta sulla volta della medesima sagrestia. Così due travi portanti del tetto. La quantità enorme di residui di lavori dei secoli passati, mai smaltiti e depositati sulle volte, oltre alla grande quantità di guano lasciato dai piccioni. Lo sfondamento del tetto sopra il presbiterio che ha provocato le infiltrazioni che all’interno sono state ben visibili in questi anni, come pure il raccordo tra il corpo della chiesa e la facciata che ha causato infiltrazioni dannose per l’organo che adesso è stato smontato e che appena ci sarà l’autorizzazione della soprintendenza competente (tutta la documentazione è stata presentata, ma i tempi della burocrazia sono infiniti) inizierà ad essere restaurato. Ricordo che i lavori per il restauro dell’organo sono pagati completamente dalle Suore Domenicane del Rosario di Melegnano, che per anni sono vissute a Casolate. A loro va tutto il nostro ringraziamento per un gesto di generosità così grande.

Per quanto riguarda i lavori del tetto la parrocchia ha sottoscritto un mutuo di € 60.000,00 presso la Banca Popolare di Lodi. Poi c’è il contributo dei fondi dell’8×1000 della C.E.I.

Molte volte si sentono le battute più assurde su questi fondi. Il contributo è non poco: pari al 50% della spesa. Per una firma che non costa nulla: non si deve versare nessuna tassa in più e si ha un grande beneficio, a dispetto di tanti detrattori che non sanno di cosa parlano.

Se tutto procederà come previsto potremo però celebrare la festa dei Ss. Pietro e Paolo il 25 giugno alle ore 18,00. Certo il lavoro interno è poi altra cosa: con il tempo si vedrà, anche perché è necessario che tutto l’interno si asciughi dopo le abbondanti infiltrazioni d’acqua di tutti questi anni. E’ sempre possibile, per chi ha a cuore questa chiesa, contribuire per i lavori: alcuni lo hanno già fatto e li ringrazio.

Don Gianfranco

IL RIFACIMENTO DEL TETTO DELLA CHIESA DI SAN PIETRO A CASOLATE

Dopo aver ottenuto il consenso della Soprintendenza ai beni architettonici e culturali possiamo procedere al lavoro per mettere in sicurezza il tetto della Chiesa di San Pietro Apostolo in Casolate. Come ho avuto modo di spiegare in altro luogo questo intervento è urgente a causa della situazione complessiva della struttura. Così la descrive l’architetto Giò Gozzi che ne ha curato il progetto: allo stato attuale la chiesa è databile al 1700. Per dimensione, caratteristiche, disegno della pianta e proporzioni, essa appare come una nuova costruzione non come restauro o come un ampliamento di un edificio antecedente, cosa per cui si presume che la chiesa originaria sia stata demolita e ricostruita, anziché essere inglobata nel nuovo edificio.

Le condizioni dell’edificio necessitano di una descrizione differenziata. La cortina muraria infatti, fatti salvi i comuni problemi legati all’umidità di risalita, e quindi a fenomeni di imbibizione delle pareti fino a circa un metro e cinquanta di altezza e conseguente ammaliamento degli intonaci, è in buono stato, ossia non mostra cedimenti, crepe, o rotture. Differente è la condizione della copertura che, a sua volta, per conseguenza tende a danneggiare il resto dell’edificio. Da un’indagine effettuata in loco nei locali sottotetto, è emerso infatti che tutti gli elementi lignei appaiono fortemente compromessi, con travi aggredite dai tarli, soggette a fenomeni di imbibizione e conseguente marcescenza. Il cedimento di alcuni elementi lignei di supporto ha causato a sua volta la caduta e la rottura di molti coppi di copertura. La situazione critica della copertura sta causando notevoli infiltrazioni di acqua piovana, che a loro volta stanno interessando gli intonaci esterni ed interni, così come le decorazioni pittoriche sulle pareti interne. Ad aggravare la situazione è anche la mancanza di molte lotterie, mancanza a suo tempo probabilmente ovviata con coppi posizionati a conversa e fissati con malta.

Per affrontare la spesa di € 76.000,00 a cui vanno aggiunti i circa € 18.000,00 per la sagrestia, la parrocchia, con l’autorizzazione della Curia diocesana, ha stipulato un mutuo per affrontare la spesa. Il mutuo non copre tutto l’importo, ma ci arriveranno anche i contributi dell’8×1000 della C.E.I. Mi auguro che la generosità dei parrocchiani, alcuni già hanno detto di voler contribuire, ci permetta di fare anche di più. Ringrazio ancora le suore Domenicane del Rosario di Melegnano che con un atto di generosità si sono impegnate nel contribuire totalmente al restauro dell’organo a canne presente nella chiesa di San Pietro. Ricordo che la fondazione delle suore è avvenuta proprio a Casolate. I lavori dovrebbero iniziare in questo mese di ottobre.

FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO A CASOLATE

Parlando degli apostoli Pietro e Paolo si potrebbe dire, parafrasando il titolo di un film di Wim Wenders del 1993: così lontani, cos’ vicini.
Così lontani per livello di istruzione, per la storia personale, per le aspre polemiche di cui narrano gli scritti del Nuovo Testamento. Ma anche così vicini per il fervore per Cristo, per il temperamento appassionato, per l’ardore missionario, per il ruolo fondamentale che hanno avuto nella Chiesa delle origini e nella storia della Chiesa in generale e, in fine, per il martirio che li ha accomunati a Roma. Perciò sono celebrati insieme fin dall’antichità, per fare memoria della loro comune nascita al cielo. Recita il prefazio della liturgia del 29 giugno: “Associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria”.San Matteo nel capitolo 16 del suo Vangelo ci riporta proprio alla fede che Pietro confessò e che Paolo illuminò. L’episodio si svolge all’estremo nord della terra di Israele,
il punto più distante raggiunto da Gesù nei suoi viaggi. E’ pieno territorio pagano, nei pressi di Cesarea di Filippo. La città stessa ha un nome ed una storia significativi. E’ la manifestazione da parte del re Erode di stare sempre sul carro del più forte e di saperlo compiacere. Cesarea di Filippo è un insieme di servilismo opportunista umano e di idolatria del potere: il potere perseguito per sé, onorato e lusingato dal potente di turno. Perciò è significativo il luogo
dove Pietro confessa la propria fede, che è la fede della Chiesa. Dove trionfa l’idolo del potere. Con tutto l’insieme delle malefatte, lì dove trionfano gli idoli e le ideologie in generale, Gesù pone le domande capitali: “La gente chi dice chi sia il Figlio dell’uomo?”; e poi ancora: “Voi chi dite che io sia?”.
Le risposte sono varie e non colgono appieno il mistero e la sua identità. Si può essere aggiornati su tutto quello che la gente dice di Gesù, ma questo non è ancora una risposta personale. Alla fine, per il credente, è necessario rispondere alla domanda: “Voi chi dite che io sia?”. Rispondere a questa domanda non significa inventarsi una nuova dottrina, bensì partecipare interiormente e personalmente alla dottrina della Chiesa, in modo che non rimanga solo una formula. Rispondere a questa domanda richiede un “di più”: non basta la conoscenza della dottrina, ma richiede la decisione della fede.
La fede ha certamente dei contenuti (si crede sempre in qualcosa o qualcuno), ma non è fatta solo di contenuti. La fede è esperienza relazionale. In questo sta il bello e anche il difficile dell’esperienza della fede. Come ogni relazione
non è mai statica, stabile, acquisita una volta per tutte, immutabile. E’ relazione viva tra viventi. S’incarna in persone, dai tratti diversi, e che di queste differenze imprimono l’esperienza di fede stessa. Così avvenne
per Paolo e Pietro che “con diversi doni, hanno edificato l’unica Chiesa”. La fede è un’esperienza esaltante che accompagna tutta l’esistenza.. nella lettera a Timoteo, scritta dal carcere romano in attesa del martirio, san Paolo dice, alla fine della sua vita: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. Per l’apostolo delle genti sembrerebbe un magro bilancio. C’è da chiedersi, invece, se non sia l’essenziale per ogni credente e se, giunti alla fine della propria vita, non sia la verità da presentare a Dio.
Guardando alla fede degli apostoli noi celebriamo la loro festa, anche se con qualche giorno di anticipo,

Domenica 26 giugno alle ore 18,00 nella Chiesa di Casolate che è dedicata all’apostolo Pietro.

Per quanto riguarda i lavori di messa in sicurezza della chiesa abbiamo avuto un finanziamento per la sistemazione dell’Organo, per cui il mio ringraziamento va alle suore Domenicane di Melegnano che sono “nate” a Casolate. Abbiamo avuto il consenso allo smontaggio da parte della Sovrintendenza ai bene culturali. Ora aspettiamo l’autorizzazione ai lavori per il tetto.
La domanda è già stata presentata in base al progetto dello studio architettonico Gozzi di Lodi. Non si poteva aspettare ulteriormente perché il testo, se fosse nevicato, sarebbe stato a rischi. Mi auguro che ci sia buona
disponibilità nel contribuire alla spesa. Appena sarà tutto pronto verrà fatta una presentazione dei lavori e dei relativi costi.