Il Vescovo di Lodi

S.E. Mons. MAURIZIO MALVESTITI


Vescovo di Lodi 
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Nato a Marne, in Diocesi di Bergamo, il 25 agosto del 1953.
Dopo gli studi ecclesiastici nel Seminario Vescovile di Bergamo, affiliato alla Facoltà
 Teologica dell’Italia Settentrionale, è stato ordinato presbitero l’11 giugno 1977.
Ha poi frequentato corsi di Lingua e Letteratura straniera all’Università degli Studi di Bergamo ed ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia a Roma.

Incarichi
Ha svolto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale a Pedrengo; dal 1978 al 1994 educatore, insegnante e vicerettore delle Medie del Seminario di Bergamo, coadiutore festivo nella Parrocchia di Suisio, vicerettore della Comunità del Liceo del Seminario, studente a Roma.
Dal 1994 al 2009 officiale e poi capo-ufficio nella Congregazione per le Chiese Orientali col compito di segretario particolare dei tre Cardinali Prefetti che si sono succeduti alla sua guida. Dal 2009 Sotto-Segretario della medesima Congregazione, Responsabile dell’ufficio Studi e Formazione, Membro delle Commissioni Bilaterali tra la Santa Sede e gli Stati di Israele e Palestina, Docente nel Pontificio Istituto Orientale e Rettore della Chiesa di San Biagio degli Armeni in Roma.
Nel 1996 è stato nominato Cappellano di Sua Santità e Prelato d’Onore il 26 agosto
 2006. Conosce l’inglese e il francese.

Segreteria:
Segretario e Cerimoniere: don Roberto Arcari
Telefono: 0371 – 544.670
  Fax: 0371 – 544.605   Cellulare: 345 4015991
 segreteria.vescovo@diocesi.lodi.it

 

Stemma episcopale di Mons. Maurizio Malvestiti, 
Vescovo di Lodi  stemma_monsmalvestiti
L’autore è S.Em.R. il Card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete emerito della Basilica di San Paolo fuori le mura in Roma
Descrizione
Lo scudo è accollato ad una croce astile di grado vescovile (con un solo traverso), sormontata da un cappello (galero) con sei fiocchi pendenti in ciascun lato (1.2.3), di grado vescovile; il tutto di verde. Lo scudo è a forma di testa di cavallo. In basso un cartiglio di oro con il motto: in silentio et spe.

 

Blasonatura dello scudo
Di rosso e di azzurro, troncati da una fascia diminuita di oro. Nel primo un sole di oro fiammeggiante; nel secondo una stella (8), con in punta tre fasce ondeggianti e diminuite, il tutto di argento.

Lettura dei simboli
Il sole è Cristo, Oriens ex alto (Lc 1,78) e Lumen gentium secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II (cf Costituzione dogmatica sulla Chiesa 1,1). San Giovanni Paolo II lo presenta come Orientale lumen (cfr lettera apostolica del 2 maggio 1995). Si evoca così il legame con l’Oriente cristiano maturato nel ventennale servizio nella Curia Romana, richiamando al contempo la comunione con Papa Francesco, che annovera tale simbolo nel suo stemma. Dal sole trae luce la stella (ad otto punte): Maria, madre di Dio e della Chiesa, è illuminata dal suo Signore. Cristo con Maria e la Chiesa vegliano fin dalle origini sul cammino del nuovo vescovo. Alle origini e al successivo itinerario alludono le fasce ondulate: il paese d’origine è sulla riva del Brembo e con l’Adda forma l’Isola bergamasca, che diede i natali a San Giovanni XXIII. L’Adda giunge a Lodi: col Po forma un’altra isola, che accoglie buona parte del territorio diocesano. L’onda del Tevere ha accompagnato, del resto, i venti anni romani. Ma in realtà è l’unda baptismi, significata dall’argento, a segnare con la grazia divina l’intera esistenza e a mantenerla nell’azzurro della sua provvida cura. Il rosso e il giallo sono i colori di Lodi e di Bergamo.

Il motto
In silentio et spe: è un riferimento ad Isaia 30,15. Il vetus Testamentum della Nova vulgata riporta il versetto come segue: in silentio et in spe erit fortitudo vestra. Sulla parete di una sala del Palazzo Apostolico è riportato, invece, omettendo “in” davanti a “spe”. Ed è proprio in questa forma che esso è ben noto al nuovo vescovo fin dal seminario, specie perché citato da santa Teresa d’Avila, tanto da confluire nella regola carmelitana. Il binomio in silentio et spe può essere reso con: “nel silenzio e per mezzo della fiducia”. La Bibbia di Gerusalemme lo traduce, però, con l’espressione seguente: “nell’abbandono confidente”. E’ questo l’invito che il motto episcopale vorrebbe proporre a tutti. Speranza e forza scaturiscono dal silenzio del Crocifisso e dal confidente abbandono alla volontà del Padre, se rimaniamo uniti al Figlio nello Spirito Santo.

 

IL  VESCOVO MERISI
S.E. Mons.
GIUSEPPE MERISI
Vescovo di LodiNato a Treviglio (Bg), arcidiocesi di Milano, il 25 settembre 1938
ordinato sacerdote il 27 febbraio 1971
eletto alla Chiesa titolare di Drusiliana l’8 settembre 1995
ordinato Vescovo il 4 novembre 1995, Ausiliare di Milano

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Eletto Vescovo di Lodi il 14 novembre 2005
prese possesso della Diocesi di Lodi e vi fece l’ingresso
sabato 17 dicembre 2005.

Attuali Incarichi
Presidente della Commissione Episcopale della C.E.I.
per il servizio della Carità e la Salute dal 30 maggio 2008, e in pari data
Presidente della Caritas Italiana
Presidente della Consulta Ecclesiale Nazionale
degli organismi socio-assistenziali

Segreteria:
Segretario e Cerimoniere: don Roberto Arcari
Telefono: 0371 – 544.670
Fax: 0371 – 544.605
Cellulare: 345 4015991
segreteria.vescovo@diocesi.lodi.it

 

 Stemma

STEMMA EPISCOPALE DI MONSIGNOR GIUSEPPE MERISI
VESCOVO DI LODI

 

Con la sua nomina a Vescovo ordinario della Diocesi di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, secondo un’antica tradizione della Chiesa, risalente alla fine del XIII secolo, ha assunto un proprio stemma episcopale. La composizione è opera di Emanuele Colombo di Comazzo, considerato uno tra i più autorevoli esperti di araldica ecclesiastica, mentre la realizzazione grafica è stata affidata al celebre artista araldico bresciano Marco Foppoli. Nell’ideazione dello stemma l’autore, tenendo conto delle indicazioni del committente, ha pienamente rispettato i più recenti orientamenti della Chiesa in materia. Secondo le prescrizioni della Segreteria di Stato Vaticana, infatti, lo stemma ecclesiastico deve unire alla semplicità grafica e al rispetto delle regole araldiche, un preciso messaggio legato al ministero del suo titolare.
Nello stemma di monsignor Merisi è raffigurato un braccio d’argento, vestito con una tunica, che stringe nel pugno tre spighe di grano d’oro. Il riferimento iconografico è relativo alla mano del sacerdote che presenta al Padre il “frutto della terra e del lavoro dell’uomo” che, nell’Eucaristia, diviene il Corpo di Cristo. In questo modo il messaggio che lo stemma vuole trasmettere è il sacramento dell’Eucaristia, “centro della vita della Chiesa particolare” (CCC, 893), sacramento attraverso il quale il Vescovo “è il dispensatore della grazia del supremo sacerdozio” (LG, 25).
Oltre alla valenza eucaristica, la figura della spiga è anche un esplicito richiamo alla tradizione e alla vocazione agricola della terra lodigiana. I colori argento, oro e rosso, invece, rimandano agli elementi cromatici degli stemmi delle due città nelle quali monsignor Merisi è stato chiamato a svolgere il ministero episcopale: prima Milano (che ha nello stemma una croce rossa in campo argento) e quindi Lodi (con la croce rossa in campo d’oro). Particolare, poi, la simbologia che si trova nella parte superiore dello scudo, detta “capo”: in essa si vedono tre lacrime azzurre in campo argento. Esse sono un omaggio alla personale devozione del Vescovo verso la Madonna delle Lacrime, patrona di Treviglio, venerata nell’omonimo santuario della città natale del Vescovo, nel quale egli ha anche ricevuto l’ordinazione presbiterale.
L’argento (o bianco) e l’azzurro sono poi i tradizionali colori dell’Assunta alla quale è dedicata la Cattedrale di Lodi. Lo stemma reca i contrassegni esteriori propri dei vescovi, vale a dire il cappello prelatizio verde ornato con dodici fiocchi (sei per lato) e la croce processionale “accollata” (ossia posta dietro) allo scudo. Completa lo stemma il motto latino, frase programmatica alla quale solitamente vuole ispirarsi il ministero episcopale, che monsignor Merisi ha tratto dalle parole che Gesù, nel Vangelo di Giovanni (15,15), rivolge ai suoi discepoli: “vos autem amicos dixi”, ossia: “vi ho chiamato amici”.

Luca Marcarini

Lettera Pastorale del Vescovo per l’anno 2014-2015

il vescovo di lodi

Carissimi, avendo lo scorso settembre comunicato a Papa Francesco la mia rinuncia da Vescovo di Lodi per raggiunti limiti di età, ho creduto opportuno non proporre per il prossimo anno un Piano Pastorale vero e proprio. Del resto il percorso della nostra Diocesi ben si inserisce, come sempre, nel cammino tracciato dalla Chiesa Universale e dagli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana che hanno già messo in calendario una serie di eventi significativi per il 2015, dai quali volentieri ci lasceremo stimolare e coinvolgere.

IL NOSTRO CAMMINO

Precorrendo i tempi, già negli anni scorsi abbiamo messo a tema il grave dovere dell’educazione, rivisitando l’Iniziazione cristiana, i percorsi educativi per gli adolescenti e la proposta formativa offerta agli adulti. Abbiamo insistito sulla pastorale familiare, sull’importanza di coinvolgere in modo più serio e attivo i genitori nei cammini formativi offerti per i loro figli, partendo già dalla richiesta del battesimo. Abbiamo proposto di allestire in ogni casa un “angolo della preghiera” e abbiamo offerto spunti e sussidi adeguati per pregare in famiglia con i bambini più piccoli. L’evento del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato nel 2012, insieme ai Convegni ecclesiali che ci hanno visti impegnati insieme per una verifica ed un ulteriore discernimento del cammino pastorale, ci hanno aiutato a vivere il nostro essere Chiesa con un respiro di autentica ecclesialità diocesana.

L’attenzione ai ragazzi e ai giovani proposta innanzitutto attraverso i nostri Oratori, il coinvolgimento sempre più attento e consapevole delle famiglie, l’impegno per la formazione rivolta a tutte le fasce d’età, l’attenzione di una comunità che non si chiude alle necessità dei fratelli, ma diventa sempre più accogliente, fraterna, sensibile ai bisogni materiali e spirituali degli uomini, l’investimento su un laicato maturo che grazie anche ai percorsi associativi trova il modo di vivere positivamente da protagonista sia nelle comunità parrocchiali come nella Società civile, con le necessarie distinzioni, sono attenzioni costanti che debbono essere riproposte, sollecitate ed ancorate all’ossatura portante delle nostre comunità di fede rappresentata dall’ascolto della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia.

Tutto questo siamo invitati a realizzare con uno slancio veramente aperto e missionario a cui costantemente ci richiama Papa Francesco, condividendo il cammino degli uomini del nostro tempo e facendo risuonare il Vangelo nei passaggi e nei momenti più significativi e sensibili della nostra esistenza. Tutto ciò può ben dirsi “nuova evangelizzazione” che parte da una rinnovata adesione a Cristo e al suo Vangelo, con la speranza e la fiducia che si apre alla fantasia e alla creatività dello Spirito per purificare e rinnovare ciò che già si fa e, nel contempo per trovare strade nuove perché la vita buona che nasce dal Vangelo possa ancora testimoniare l’affidabilità di Dio e della proposta cristiana.

Il rinnovo lo scorso autunno degli Organismi di comunione e il Convegno Diocesano che abbiamo celebrato il 17 maggio 2014 e che ha visto coinvolti tra gli altri, in modo particolare, i membri dei Consigli Pastorali Vicariali, proposti in conseguenza della Visita pastorale alla Diocesi, rappresentano un chiaro invito alla corresponsabilità, alla collaborazione e alla valorizzazione dei laici che sono chiamati, insieme ai religiosi e alle religiose a contribuire alla animazione delle realtà ecclesiali, sotto la responsabilità dei pastori. Lo impone con urgenza anche la diminuzione del numero dei sacerdoti

e della presenza di Istituti religiosi. Su questo tema dei Consigli pastorali nei prossimi giorni offriremo qualche indicazione operativa, appunto in conseguenza del Convegno del 17 maggio, con l’invito a parlarne nei diversi ambiti pastorali.

Anche la celebrazione del 50° anniversario della dedicazione della Basilica Cattedrale, dopo i gravosi e radicali lavori di restauro voluti e attuati dal mio predecessore mons. Tarcisio Vincenzo Benedetti, ci ha offerto un’occasione in più per vivere il mistero della comunione della nostra Chiesa radunata intorno all’Eucarestia e al suo Vescovo. La diocesanità è indice di quella apertura e di quella comunione necessaria affinché le nostre comunità possano rinnovarsi e trovare nuovo slancio di testimonianza apostolica.

Il riconoscimento delle virtù eroiche da parte di Papa Francesco di un nostro presbitero, il Servo di Dio Don Luigi Savarè, comunicato nei giorni scorsi, ci onora e ci incoraggia nel cammino della santità, riconoscendo la fecondità del Vangelo che ancora oggi, come in passato, può conquistare il cuore degli uomini e rendere la loro vita luminosa ed esemplare. Questi doni spirituali, insieme a tutti gli altri, ci colmano di fiducia e ci invitano a guardare con rinnovata speranza anche al futuro della nostra Chiesa.

Nell’anno che verrà sono due gli appuntamenti ecclesiali che possiamo utilmente tener presenti per segnare il cammino pastorale diocesano e quindi di tutte le comunità parrocchiali.

L’ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Il prossimo anno pastorale per volontà di Papa Francesco sarà un anno dedicato alla vita consacrata. La preziosità della testimonianza dei consacrati e delle consacrate, l’umile servizio che le religiose offrono nelle Parrocchie e nelle scuole d’infanzia, come anche la dedizione dei religiosi nei servizi

pastorali loro affidati, ci stimola ad una riflessione e alla riconsiderazione del valore di questa vocazione nella Chiesa. Purtroppo a seguito del calo di vocazioni assistiamo in questi anni alla chiusura di diverse case religiose con le conseguenza negative per le comunità, private di una testimonianza di consacrazione totale al Signore, di una vita dedicata alla preghiera e al servizio gratuito, di un’esperienza di vita comune che si fonda sul Vangelo.

L’anno pastorale potrà dunque offrire l’occasione per ripresentare la vita religiosa nelle nostre Parrocchie, rinsaldando quei rapporti di stima e di mutuo sostegno che devono legare le comunità religiose alle nostre comunità parrocchiali. Come spesso invochiamo il Signore affinché non faccia mancare alla nostra Chiesa vocazioni al ministero sacerdotale, con altrettanta forza dobbiamo invocare Dio affinché non vengano meno neppure vocazioni alla sequela di Cristo per la via della radicalità evangelica e della verginità consacrata, secondo i diversi carismi presenti nella vita della Chiesa.

IL CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE DI FIRENZE

Indubbiamente l’evento che coinvolgerà poi in modo determinante anche la nostra Diocesi nel prossimo anno sarà il Convegno Ecclesiale di Firenze che sarà celebrato dal 9 al 13 novembre 2015. Ogni decennio, infatti, le Chiese italiane si radunano per un momento di riflessione, verifica e confronto pastorale. Il tema del Convegno sarà questa volta: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. E’ facile intuire che in continuità con il Convegno ecclesiale di Palermo del 1995 e con quello di Verona del 2006 che ha evidenziano alcuni “ambiti di vita” in cui far risuonare la Parola che illumina e libera, anche a Firenze si intende mettere in evidenza il legame profondo e intrinseco tra Cristo e tutto ciò che è autenticamente umano, come pure riproporre il suo insegnamento come cammino di vera umanizzazione. Un umanesimo

alimentato innanzitutto dalla vita delle famiglie come senz’altro ricorderà il prossimo Sinodo dei Vescovi ad essa dedicato.

Già gli Organismi di partecipazione diocesani sono stati sollecitati in questi mesi da un “invito” offerto dal Comitato preparatorio che chiedeva di indicare alcune esperienze vissute dalla nostra Chiesa Locale come “dono” promettente che opportunamente potrebbero essere portate ad esempio ed essere condivise con le altre Diocesi italiane. Ci è sembrato significativo indicare l’esperienza degli Stati Generali del Lodigiano e il sostegno articolato alle famiglie che comprende anche la lodevole e significativa iniziativa del Fondo di Solidarietà, esempio quotidiano e fattivo di dedizione nei confronti dei poveri, che ha coinvolto Parrocchie, Vicariati, Caritas diocesana.

Cari sacerdoti, ringraziandovi di vero cuore per la collaborazione e la disponibilità che avete sempre dimostrato nell’impegno a servizio del Popolo che vi è affidato, vi esorto a continuare nel servizio obbediente e generoso alla Chiesa che è in Lodi. Alla vostra saggezza pastorale affido queste indicazioni insieme a quelle degli anni passati affinché la vita delle nostre comunità possa rinnovarsi alla luce del Vangelo e di un cammino di discernimento ecclesiale comune e condiviso.

Cari fedeli tutti, in occasione della Visita pastorale e dei diversi incontri che mi hanno visto presente nelle vostre Parrocchie o in cui avete partecipato a qualche celebrazione in Cattedrale, ho potuto apprezzare e ammirare la vostra fede e la vostra carità , caratteristiche proprie del popolo lodigiano.

Ciò che ci accompagna e ci sostiene nel cammino non può che essere la Parola di Dio, letta, meditata, attualizzata in comunione con tutta la Chiesa, nella fedeltà al suo Insegnamento e alla sua viva Tradizione.

Ad essa prestiamo ascolto, sapendo di contare sull’intercessione di Maria Santissima, presenza materna e preziosa nel cammino della mia e vostra vita,

sui santi Patroni Bassiano e Alberto e sulla lunga schiera di santi che rappresentano il frutto più bello e luminoso della lunga storia di fede di questa nostra Chiesa e che ancora ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo, a confidare nella sua misericordia, a camminare verso la Patria beata del Cielo.

Lodi, 4 luglio 2014

Festa di Sant’ Alberto Quadrelli, Patrono secondario della Diocesi di Lodi

Giuseppe Merisi Vescovo di Lodi

 

Un Natale di gioia e misericordia

(23 dicembre 2013)

Presento volentieri, dalle colonne de “Il Cittadino” secondo tradizione, gli auguri cordiali di buon Natale a tutti i lodigiani, ai piccoli e ai grandi, a chi sta bene e a chi bene non sta, a chi crede, a chi è in ricerca e a chi non pensa di poter credere.

A tutti auguro ogni bene, facendo mio l’auspico di Papa Francesco che parla quotidianamente di gioia e di misericordia.

Faccio mio anche un augurio che traggo da una rivista salesiana di questi giorni, a partire dal presepio della nostra bella tradizione.

Vi si dice, in questo articolo, che il presepio «evoca emozioni e gioie intense e che sveglia il lato buono di ogni persona». Ancora: «che il presepio riconcilia la famiglia e che rappresenta una scuola di bellezza», sapendo che «il bello è l’introduzione al buono».

Mi auguro che il presepio evochi questi sentimenti facendo crescere in tutti i valori grandi su cui il presepio si fonda, che sono il valore delle cose semplici, il valore dell’essenziale, del silenzio, della pace, della gioia, della tenerezza. Tutti valori che fanno sì che chi nasce uomo, diventi umano.

Aggiungo una parola specifica per i giovani a cui auguro di saper rispondere alle domande di questo nostro tempo difficile, partendo dalla verità umile e povera di Betlemme.

E agli ammalati dico, con un Vescovo lombardo del recente passato: Gesù Bambino nella notte santa scenda accanto al vostro letto, esaudisca i vostri desideri più belli e renda più leggere le vostre pene.

Auguri a tutti nel ricordo della preghiera

Giuseppe Merisi+ Vescovo di Lodi

 

 

 Introduzione Piano Pastorale 2013-2014

 

Copertina Lettera Pastorale 2013-2014
Giuseppe Merisi
Vescovo di Lodi
Con la passione del Vangelo al servizio del bene comune
LETTERA PASTORALE PER L’ANNO 2013-2014
Un segno forte di Vangelo, capace di parlare ancora oggi agli uomini, è indubbiamente la carità. Essa si rende concreta, tangibile attraverso mille attenzioni ed uno stile che è quello della “cura”. L’immagine simbolica legata alla figura del Pastore, prima dal profeta Ezechiele e poi da Gesù stesso, viene ripresa da monsignor Merisi con l’intento di identificare la causa di tanti mali sociali dei nostri giorni, ma anche la possibilità, anzi il dovere per noi cristiani di offrire una prospettiva ed un impegno differente.Scrive il Vescovo nella sua ultima Lettera pastorale con cui intende accompagnare il cammino della nostra Chiesa per l’anno 2013-2014: «Potere politico, economico, finanziario, d’informazione, falliscono il loro obiettivo quando cessano di servire l’uomo per servire se stessi o l’interesse solo di qualcuno». Da qui il nostro impegno a sostituire questo modo di essere e di fare con «una cultura della cura, nello stile evangelico dell’umiltà e del servizio». Come esprime bene il titolo della lettera (“Con la passione del Vangelo al servizio del bene comune”), nella linea di una testimonianza e di un annuncio che davvero incontri l’uomo nel concreto della sua esistenza dobbiamo con la passione del Vangelo porci a servizio del bene comune. Non tirarci fuori da questa responsabilità, pregare per chi svolge una mansione di guida e di governo, avere attenzione per chi è più fragile sono alcuni tra i richiami che vengono dall’ascolto della Parola, punto di riferimento primo ed essenziale anche del nostro cammino e impegno pastorale.

Il Vescovo si sofferma su quattro attenzioni. Anzitutto nella lettera troviamo alcune “consegne” del Congresso eucaristico celebrato lo scorso anno. Nella continuità decennale di questa tappa, trovano conferma l’importanza di una spiritualità eucaristica, la cura per la liturgia, il suo valore educativo, la centralità del giorno del Signore e soprattutto «il valore e la bellezza della spiritualità di comunione in cui cresce e si qualifica anche la corresponsabilità pastorale, la rete di collaborazioni fra i laici e i preti anche attraverso le Associazioni e i Movimenti nella diversità dei carismi e dei ministeri».

Il Vescovo come secondo punto guida invita poi a non lasciar cadere l’attenzione che ci ha accompagnato quest’anno con riferimento ai percorsi di fede per gli adulti. In particolare viene sottolineato il valore di riproporre in modo più organico e sapiente i cosiddetti “incontri per i genitori” che vedono la presenza di diversi adulti in occasione del percorso di completamento dell’iniziazione cristiana dei loro figli. Insieme alla volontà di preparare alcune figure che possano affiancare i parroci in questo compito , si prospettano due possibili itinerari, l’uno più legato al cammino catechistico dei ragazzi, uno più sensibile alla riscoperta della fede anche in età adulta.

Le due attenzioni specificamente legate al tema sociale invece, maturate a suo tempo nell’Assemblea diocesana del 5 marzo 2011, sono quelle della cittadinanza attiva e dell’accoglienza degli stranieri. Monsignor Merisi sostiene infatti che «uno degli ambiti in cui vivere dunque la “cura”, è indubbiamente quello sociale e politico nei suoi numerosi aspetti e risvolti». Pur preoccupandosi di rispettare le dovute distinzioni «anche la comunità cristiana è impegnata, insieme a tutte le altre realtà sociali, ad apportare il proprio contributo nella costruzione della casa comune». L’esitazione a trattare questi temi a livello ecclesiale deve essere vinta.

Infine il fenomeno migratorio ci sollecita all’accoglienza verso chi, spinto in genere dal desiderio di trovare una vita migliore per se e i propri cari, lascia il proprio paese e viene tra noi. All’accoglienza però deve seguire un percorso di integrazione che supera il mero assistenzialismo in ordine a porre l’immigrato nella condizione di vivere come onesto cittadino insieme a noi, con un lavoro, una casa, una famiglia e l’impegno a rispettare le leggi e la cultura del paese che lo ha accolto. Solo così si potrà mirare ad una vera e propria “integrazione” capace di farci percepire l’immigrato non più come una minaccia, ma una risorsa, una ricchezza per tutti.

La lettera si conclude come sempre ricordando alcuni appuntamenti che segneranno il cammino diocesano del prossimo anno pastorale: il pellegrinaggio diocesano a Roma, nell’anno della fede, dal 3 al 6 settembre; un convegno dedicato ai Consigli pastorali vicariali e diocesano il 17 maggio; il cinquantesimo anniversario della consacrazione della cattedrale il 25 maggio.

Vescovo Capuzzi

Giacomo Capuzzi (1989  –  2005)

  • Vescovo emerito Mons. Giacomo Capuzzi (+ 26-12-2021)

Nato a Manerbio (Bs) il 14 agosto 1929,
Ordinato sacerdote il 29 giugno 1952,
Eletto Vescovo di Lodi il 7 marzo 1989,
Ordinato nella Cattedrale di Brescia il 30 aprile 1989,
prese possesso della Diocesi di Lodi e vi fece l’ingresso il 10 giugno 1989.

Vescovi Nativi in Diocesi di Lodi

S.Ecc. Mons.
Rino FISICHELLA
ARCIVESCOVO TITOLARE di VOGHENZA

Nato a Codogno il 25 agosto 1951,
ordinato sacerdote il 13 marzo 1976,
eletto alla Chiesa titolare di Voghenza il 3 luglio 1998 e, in pari data,
nominato ausiliare di Roma per il Settore Sud (ed ora Emerito),
ordinato Vescovo il 12 settembre 1998,
elevato alla dignità di Arcivescovo il 17 giugno 2008.

Membro delle Congregazioni per la Dottrina della Fede, delle Cause dei Santi, del Pontificio Consiglio per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Membro del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

Membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione dal 30 giugno 2010.

Residente in:
Via della Conciliazione, 5
00193 Roma
Tel. 06 69869500

 

S.Ecc. Mons.
Egidio MIRAGOLI
VESCOVO di MONDOVI’

Nato a Gradella di Pandino (CR) il 20 luglio 1955, in diocesi di Lodi,
ordinato sacerdote, per il clero di Lodi, il 23 giugno 1979
eletto Vescovo di Mondovì (CN) il 29 settembre 2017,
consacrato nella Basilica Cattedrale di Lodi l’11 novembre 2017,
prese possesso e vi fece l’ingresso l’ 8 dicembre 2017.

 

 

Residente in:
Istituto Santa Teresa – Va G. Giolitti, 21
12084 Mondovì (CN)
Tel. 0174- 42.550/ 47.900 (fax)