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Villa Pompeiana

Villa Pompeiana

Villa Pompeiana. L’origine del nome è legata alla presenza di una villa (e di un porto fluviale) di proprietà del patrizio romano Cneo Pompeo Strabone, padre di Pompeo Magno, benefattore di Laus Pompeia, 120 a.C. Quì si può ancora ammirare i ruderi dell’antica chiesa di S. Maria di Montebello o di Pizighetono, le vecchie case dei contadini, e andando verso Mignete scorgiamo in alto a destra la chiesina di San Michele, che ormai in rovina è stata restaurata da un privato, poi venduta alla Provincia di Lodi e viene usata per riunioni o incontri di vario genere. Vicino alla chiesetta, in una depressione del terreno, passa la Muzzetta, che va a gettare le sue ultime acque dentro l’Adda. È certo che Villa Pompeiana era parrocchia prima di Mignete e passò sotto la medesima nel 1577, a seguito di un’alluvione del fiume Adda che travolse case e chiesa, con relativi documenti e registri dell’archivio parrocchiale.
Non si hanno notizie né documenti nell’archivio di Mignete riguardanti Villa Pompeiana. I fedeli di Villa, rimasti privi della chiesa a seguito dell’alluvione, costruirono in luogo elevato unoratorio dedicato a San Michele Arcangelo. In occasione di un’ultima pestinenza l’oratorio fu adibito a lazzaretto per ricovero degli appestati.

“Ecco la Villa Pompeiana. dove,

Per la romana libertà pugnando

Pompeo le tende pose…”

STORIA Villa P.

Anno 1100.  In una bolla di papa Alessandro II confermante i diritti dei monasteri delle Vergini di Pavia, tra i diversi possedimenti viene citato “in laudensi Episcopatum Villam Pulpignanam cum Capella Sancti Michaelis”, dove “Villam Pulpignanam” é la trascrizione latina del nome di Villa Pompeiana.

Anno 1194.  Viene fondata la chiesa di S.Maria di Montebello da Pietro Bello di Bisnate, che sarà poi dotata degli arredi neccessari dal figlio Gregorio. Nel documento attestante l’evento viene citato tra l’altro il “ Mare Gerondo”.

Anno 1272.  La chiesa di Santa Maria ottiene dal vescovo di Lodi un sedime di terra per il mantenimento del prete Bonaventura e per le spese di culto.

Anno 1358.  La rettoria di Villa P. data i commenda al nobile Berinzaghi.

Anno 1388.  Il sedime di terra della chiesa viene affidato a Maffeo Vegio.

Anno 1423.  L’umanista Maffeo Vegio scrive a Villa Pompeiana la “Cantica Pompeiana”.

Anno 1518.  La rettoria di Villa Pompeiana viene data in commenda a Gabriele Barni, cameriere di papa Leone X e commendatore anche della chiesa di Cervignano.

Anno 1609.  Fu feudo della famiglia de’ Cani, signori di Bisnate nel 1609, aveva 60 fuochi (famiglie) e rendeva 1000 scudi all’anno. Allora aveva un porto a traghetto per passare l’Adda, ed il ricavato era a favore della famiglia Mozzanica.

Anno 1657.  A reggere il feudo arrivò la famiglia Trivulzi.

Anno 1727.  Battista Modignani con testamento lasciò alcuni beni all’Ospedale di S. Stefano di Lodi, altri beni andarono ai monaci Barnabiti di Lodi, mentre ora sono dell’Ospedale Maggiore di Milano.
All’ Unità d’Italia (1862) il comune contava 234 abitanti.
Nel 1869 Villa Pompeiana fu aggregata a Zelo B. P.
Villa Pompeiana.  in dialetto: Vilà; 

I Feudatari.  1609 il feudo alla famiglia de’ Cani di Bisnate; 1660 alla marchesa Maria Serra Trivulzio, poi all’Ospedale Maggiore.

La Laudiade; Villa P.  – 210: … Ecco la Villa Pompeiana, dove, per la romana libertà pugnando Pompeio le tende pose.

Personaggi celebri
Il poeta lodigiano Maffeo Vegio era solito passare il periodo estivo a Villa Pompeiana, forse presso parenti: rimane, infatti, di lui una poesia intitolata “De rusticis Villae Pompeianae”, nella quale critica la poca devozione dei contadini locali durante le funzioni religiose.

Ritrovamenti archeologici
Nel Mortone, presso Villa Pompeiana, è stata rinvenuta nel 1977 una piroga monossile, ossia un’imbarcazione molto primitiva, costituita da un unico, enorme tronco d’albero appositamente scavato. Dopo la pulitura e le analisi al radiocarbonio, risulta che la piroga risale al 490 d.C. Dopo la frazione Mignete, sulla sinistra, si gode la vista del Mortone, un’area paludosa, vasta circa 30 ettari, coperta di canneti palustri, con sorgenti e un corso d’acqua libera, un punto di ritrovo per numerose specie di uccelli.

Oratorio S. Michele:
è una chiesetta originaria del XII° sec., acquisita in proprietà dal Parco Adda Sud nel 1992 e utilizzata, dopo ristrutturazione, come centro-parco. Nelle aree di pertinenza sono presenti un parco giochi per bambini con alcuni tavoli per picnic e un percorso didattico in cui è riprodotta la struttura della classica piantata padana.
Riserva Naturale Mortone:
visibile a destra della strada provinciale, subito oltre il centro-parco, è un’importante area umida molto evoluta con affioramenti spontanei d’acqua. E’ un antico alveo del fiume Adda, ampiamente colonizzato da canna palustre e costituisce un ottimo esempio di quelle paludi che, sotto la denominazione di Lago Gerundo, costituivano il tipico ambiente lodigiano prima dell’attuazione delle bonifiche.

Parco Ittico Paradiso di Villa P.

Per raggiungere il Parco Ittico Paradiso, che è ubicato nel Comune di Zelo Buon Persico (frazione Villa Pompeiana), a soli 20 km da Milano, è consigliabile imboccare la Statale Paullese per girare al bivio di Zelo Buon Persico o percorrere la via Emilia fino a Melegnano e quindi seguire le indicazioni per Mulazzano e Villa Pompeiana. Sull’autostrada A1 uscire a Lodi e proseguire in direzione di Zelo Buon Persico.
Il Parco Ittico Paradiso, a pochi chilometri da Milano, offre un’interessante opportunità didattica per conoscere la natura ed in particolare fauna e flora degli ambienti d’acqua dolce. Esteso su 130.000 metri quadrati, è stato formato dal fiume Adda che, deviando in passato il suo corso, ha ritagliato un territorio ricco di sabbie e ghiaie, ma povero di humus e quindi poco interessante dal punto di vista agricolo.

comune di Villa Pompeana
sec. XVI – 1757

Villa Pompeana è probabilmente identificabile con la “Villa Pulpignana” attestata nel 1061(Agnelli 1917 a). Nella seconda metà del secolo XII la località ricorre nella documentazione in relazione ai diritti di decima sul suo territorio infeudati ai “domini de Salarano” (CDL II 1); nel 1261 apparteneva alla pieve di Galgagnano (Agnelli, 1917).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato superiore (tassa dei cavalli ); secondo la “Relazione di Fr. Medici al visitatore de Haro”, nel 1609 contava 60 fuochi ed era parte del feudo dei Cani, signori di Bisnate, ai quali nel 1657 successero i Trivulzio (Agnelli 1917 a; Vigo 1983).
Ancora compresa nel Vescovato superiore, secondo il compartimento territoriale del 1751 Villa Pompeana comprendeva la “Casa dei Padri di S.Antonio abate”, la casa di S. Giovanni le Vigne di Lodi, la casa dell’ospedale di S. Stefano, la casa di Gerolamo Sommariva, la “Casa de Morti di Mignetti”, la casa dell’Ospedale di Milano” (Compartimento Ducato di Milano, 1751). L’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che la comunità, composta da 200 anime circa, non aggregava altri comuni ed era parte del feudo di Pizzighettone, tenuto dai Bolagnos. Il comune non aveva rapporti con il giusdicente feudale, al punto che ne ignorava il nome; era il luogotenente del podestà feudale a ricevere, come pure il podestà di Lodi, il giuramento del console, senza alcun compenso. Il comune non aveva organi consigliari; unico rappresentante era un deputato, eletto annualmente tra i maggiori estimi. A lui erano affidati gli interessi del comune, amministrato con la partecipazione e il consenso dei maggiori estimati. La comunità aveva anche un cancelliere, residente a Lodi, stipendiato con 12 lire l’anno che custodiva la documentazione della comunità poiché non vi era archivio o stanza pubblica. L’esattore era confermato oralmente “di tempo in tempo” ed era retribuito secondo capitoli stipulati con la comunità. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3045).
Nel 1753 era ancora compreso nel Vescovato Superiore(Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Villa Pompeana risulta compreso nella IV delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

Nel 1786 il governo austriaco decretò una nuova riorganizzazione dello Stato in seguito alla quale il territorio fu suddiviso in otto province (Milano, Mantova, Pavia, Cremona, Lodi, Como, Bozzolo e Gallarate): ancora compreso nella IV delegazione del Vescovato di Sopra, il comune di Villa Pompeana faceva parte della provincia di Lodi (editto 26 settembre 1786 c).

Secondo la legge dell’ 1 maggio 1798 di organizzazione del dipartimento dell’Adda, il comune di Villa Pompeana faceva parte del distretto di Melzo (legge 12 fiorile anno VI a). L’assetto politico – amministrativo stabilito con tale la legge, però, venne superato poco dopo. Il 26 settembre 1798 venne emanata la legge di organizzazione di diversi dipartimenti della Repubblica, tra i quali quelli relativi ai comuni del Lodigiano: il dipartimento dell’Alto Po e quello dell’Olona (legge 5 vendemmiale anno VII). Villa Pompejana fu incluso nel distretto VII del dipartimento dell’Alto Po.
Dopo i rovesci del 1799 e l’effimera restaurazione austriaca, il 13 maggio 1801 venne ripristinato il dipartimento dell’Alto Po (legge 23 fiorile anno IX), suddiviso in soli quattro distretti (Cremona, Lodi, Crema e Casalmaggiore). Il comune divenne parte del III distretto, con capoluogo Lodi.
Con la strutturazione del territorio del Regno d’Italia in dipartimenti, distretti, cantoni e comuni (decreto 8 giugno 1805 a), il comune venne compreso nel distretto III di Lodi, Cantone II di Paullo; comune di III classe, contava 218 abitanti.  Nel 1809 fu introdotta una nuova organizzazione territoriale che prevedeva l’aggregazione di più comuni in un unico comune denominativo; Villapompeana risulta così aggregato a Mignete con Muzzano (decreto 4 novembre 1809 c).

Con l’attivazione dei comuni in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Villa Pompeana, inserito nella provincia di Lodi e Crema, apparteneva al distretto II di Zelo Buon Persico (notificazione 12 febbraio 1816).
La compartimentazione del 1844 lasciò in buona parte inalterata l’organizzazione della provincia in nove distretti. Nel 1844 Villa Pompeana apparteneva al distretto II di Paullo (notificazione 1 luglio 1844).
In seguito alla notificazione del 23 giugno 1853 i distretti della provincia di Lodi e Crema, per composti dallo stesso numero di comuni, passarono da nove a sette. Villa Pompeana entrò a fare parte del distretto di Lodi (notificazione 23 giugno 1853).

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Villa Pompeiana con 241 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento III di Paullo, circondario II di Lodi, provincia di Milano. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 234 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867).
Nel 1869 il comune di Villa Pompeiana venne aggregato al comune di Zelo Buon Persico. (R.D. 29 gennaio 1869, n. 4865).

[ Cooperativa Mémosis – Lodi ]
Link risorsa: http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/6001536/

Il punto parco san Michele a Villa Pompeiana, museo di storia naturale e monumento risalente al XII secolo, è situato all’interno della chiesetta sconsacrata di san Michele e si trova all’interno del Parco regionale dell’Adda sud; situato tra Zelo Buon Persico e Villa Pompeiana, nei pressi di Paullo, a meno di mezz’ora da Milano.
Si raggiunge dalla SS Paullese, seguendo le indicazioni per Zelo BP e per il parco ittico e stando attenti alla curva che costeggia una piccola collina, trovate l’ingresso con il cartello che segnala “Villa Pompeiana”.

da associazione asino fenice

Monumenti nel Parco regionale dell’Adda sud: alcuni studiosi ritengono che il nome “Villa Pompeiana” derivi dal fatto che proprio in quest’area si trovassero una villa e addirittura un porto fluviale fatto costruire dal patrizio romano Gneo Pompeo Strabone (150-80 a.C.). In suo onore, dopo la conquista della Gallia Cisalpina da parte dei romani, il maggior abitato della regione a sudest di Mediolanum venne ribattezzato come Laus Pompeia (oggi è Lodivecchio).
Una volta, fin verso l’anno 1100, al posto di Zelo Buon Persico c’era un lago. Si chiamava lago Gerundo (o Gerendo, o anche Geroso). Più precisamente, il lago Gerundo si trovava nell’area compresa tra l’attuale corso del fiume Adda e la scarpata che delimita il territorio cremasco, entro cioè una linea ideale intermedia tra l’Adda attuale e il Serio.

Villa Pompeiana fu feudo dei Cani, Signori di Bisnate; vi era allora un porto sull’Adda. Ai Cani successero, nel feudo i Triulzi nel 1647. Il 5 gennaio 1727, Giovanni Battista Modignani, Presidente del Senato di Milano, nel suo testamento, lasciò all’Ospedale di S. Stefano di Lodi alcuni beni di Villa Pompeiana, con carico di messe.

I fedeli di Villa, rimasti privi della chiesa a seguito dell’alluvione, costruirono in luogo elevato un oratorio dedicato a San Michele Arcangelo.
In occasione di un’ultima pestilenza l’oratorio fu adibito a lazzaretto per ricovero degli appestati.

Vivere in prossimità del lago Gerundo non doveva essere molto confortevole e sicuro prima della grande opera di bonifica iniziata dai monaci cistercensi e benedettini, proseguita nel 1220 con la creazione del canale Muzza.

Secondo una leggenda dell’Alto Medioevo, nel lago Gerundo viveva il drago Tarantasio, vero terrore per gli abitanti del luogo: il drago si avvicinava alle rive nutrendosi di piccoli mammiferi e bambini, con il suo alito inquinava l’acqua ed era causa di epidemie. Un drago in cui la fantasia popolare ha probabilmente voluto impersonificare le esalazioni di quelle zone malariche.
Un giorno arrivò un valoroso cavaliere, il fondatore della famiglia Visconti, che uccise il drago e adottò il biscione come simbolo della sua casata. Secondo una credenza popolare si racconta che il drago fosse poi stato trasportato come trofeo in una chiesa della pianura lombarda.

Dopo la frazione Mignete, sulla sinistra, si gode la vista del Mortone, un’area paludosa, vasta circa trenta ettari, coperta di canneti palustri, con sorgenti e un corso d’acqua libera, un punto di ritrovo per numerose specie di uccelli.

Nel Mortone, presso Villa Pompeiana, è stata rinvenuta nel 1977 una piroga monossile, ossia un’imbarcazione molto primitiva, costituita da un unico, enorme tronco d’albero appositamente scavato. Dopo la pulitura e le analisi al radiocarbonio, risulta che la piroga risale al 490 d.C.
(FONTE: Giuseppe Aliverti, Giovanni Canzi)

 

Centro Parco di Villa Pompeiana

SP 16 presso la ex chiesa di San. Michele, Villa Pompeiana, frazione di Zelo Buon Persico (LO) – Italia .

villa pompeiana

…Alcuni studiosi ritengono che il nome “Villa Pompeiana” derivi dal fatto che
proprio in quest’area si trovassero una villa e addirittura un porto
fluviale fatto costruire dal patrizio romano Gneo Pompeo Strabone (150-80
a.C.). In suo onore, dopo la conquista della Gallia Cisalpina da parte dei
romani, il maggior abitato della regione a sudest di Mediolanum venne
ribattezzato come Laus Pompeia (oggi è Lodivecchio).

Una volta, fin verso l’anno 1100, al posto di Zelo Buon Persico c’era un
lago. Si chiamava lago Gerundo (o Gerendo, o anche Geroso). Più
precisamente, il lago Gerundo si trovava nell’area compresa tra l’attuale
corso del fiume Adda e la scarpata che delimita il territorio cremasco,
entro cioè una linea ideale intermedia tra l’Adda attuale e il Serio.

Villa Pompeiana fu feudo dei Cani, Signori di Bisnate; vi era allora un
porto sull’Adda. Ai Cani successero, nel feudo i Triulzi nel 1647. Il 5
gennaio 1727, Giovanni Battista Modignani, Presidente del Senato di Milano,
nel suo testamento, lasciò all’Ospedale di S. Stefano di Lodi alcuni beni di
Villa Pompeiana, con carico di messe.

I fedeli di Villa, rimasti privi della chiesa a seguito dell’alluvione,
costruirono in luogo elevato un oratorio dedicato a San Michele Arcangelo.

In occasione di un’ultima pestilenza l’oratorio fu adibito a lazzaretto per
ricovero degli appestati.
Vivere in prossimità del lago Gerundo non doveva essere molto confortevole e
sicuro prima della grande opera di bonifica iniziata dai monaci cistercensi
e benedettini, proseguita nel 1220 con la creazione del canale Muzza.

Secondo una leggenda dell’Alto Medioevo, nel lago Gerundo viveva il drago
Tarantasio, vero terrore per gli abitanti del luogo: il drago si avvicinava
alle rive nutrendosi di piccoli mammiferi e bambini, con il suo alito
inquinava l’acqua ed era causa di epidemie. Un drago in cui la fantasia
popolare ha probabilmente voluto impersonificare le esalazioni di quelle
zone malariche.

Un giorno arrivò un valoroso cavaliere, il fondatore della famiglia
Visconti, che uccise il drago e adottò il biscione come simbolo della sua
casata. Secondo una credenza popolare si racconta che il drago fosse poi
stato trasportato come trofeo in una chiesa della pianura lombarda.

Dopo la frazione Mignete, sulla sinistra, si gode la vista del Mortone,
un’area paludosa, vasta circa trenta ettari, coperta di canneti palustri,
con sorgenti e un corso d’acqua libera, un punto di ritrovo per numerose
specie di uccelli.

Nel Mortone, presso Villa Pompeiana, è stata rinvenuta nel 1977 una piroga
monossile, ossia un’imbarcazione molto primitiva, costituita da un unico,
enorme tronco d’albero appositamente scavato. Dopo la pulitura e le analisi
al radiocarbonio, risulta che la piroga risale al 490 d.C.

(FONTE: Giuseppe Aliverti, Giovanni Canzi)

Il Parco Ittico Paradiso

Parco Ittico Paradiso Il parco naturalistico un’oasi di verde UNA STRUTTURA DIDATTICA Il Parco Ittico Paradiso si trova nel comune di Zelo Buon Persico, in provincia di Lodi, e si estende su una superficie di 130.000 mq sul territorio di sabbia e ghiaia formato dalla deviazione del corso del fiume Adda.Nata negli anni ’80 come… Continue Reading